Questa specifica formazione si propone di essere una chiave umana ed etica per la formazione di colui che viene considerato come un vero leader. Oggi il manager è chiamato ad assumere questo tipo di leadership, capace di suscitare un riconoscimento che vada al di là dei semplici compiti e metta in gioco la qualità umana ed etica del leader. Nello stesso tempo chi ricopre ruoli di responsabilità deve sapere, se necessario, aprire confitti che contribuiscano, attraverso il confronto e l’ascolto, a rafforzare ed arricchire il patrimonio di conoscenze sapienti del leader. Da questa intuizione nasce l’idea che non possa esserci un imprenditore e un’impresa umanista senza manager umanisti.:
La leadership umanistica si può apprendere.
Volendo superare la sindrome della formazione apparente, il primo scoglio da affrontare è quello di non lasciarsi trascinare dalle retoriche e dalle mode manageriali che popolano ampiamente il “mercato della formazione”
Arriveremo, per tale strada, a individuare (nella necessaria integrazione tra contesti di apprendimento formali e informali) la questione cardine per ogni leader, da affrontare quando si voglia davvero preoccuparsi del ritorno dell’investimento formativo. Qui non vie è nessuna ricetta pronta all’uso, questo non è addestramento. Qui si aggiunge valore alla realtà quotidiana, punto strategico per aprire nuove prospettive a tutti i membri dell’azienda sia decisionali che operativi.