Guardo Anna Vinzi, questa straordinaria pittrice torinese, che crea i suoi grandi quadri materici, colori spessori, prospettive potenti, evocative. Anna mi spiega che gli scarti che usa nel mescolare i colori (scrostature di vecchie pitture, residui di pitture che rimangono attaccate ai miei secchi, scarti di cemento e rasatura, tutti i tipi di sabbie con diverse granulometrie, sigarette usate, giornali, retine di ferro……) portano con sé la storia di ciò che era e diventano ponte di qualcosa di nuovo. Anna costruisce cosi delle opere intese come testimoni di un passaggio. Non simbolo di qualcosa che rompendosi, sgretolandosi, smette di esistere, ma che nell’atto stesso della propria rottura, crea l’opportunità di una nuova svolta. Quello che mi attira del lavoro di questa pittrice straordinaria non è solo il risultato su tela del suo lavoro ma insieme il messaggio, per Anna ciò che si infrange, si consuma, si sgretola, nel tempo diventa un monumento al cambiamento ed alla trasformazione. In definitiva ciò che non è in grado di mutare è destinato a svanire nel nulla della memoria.
Anna è andata recentemente in un capannone alle spalle di Torino, chiuso da tempo, che per anni è stato il centro della vita produttiva di centinaia di persone, ed ha raccolto il materiale rimasto. Questo atto già di per sé è arte, è il primo stadio verso l’anima dell’opera che verrà, perché possa essere composta dal materiale reale vissuto in quel luogo, coperto della polvere del tempo passato, addonato, vandalizzato. Il progetto di recupero che sta nascendo in area industriale di Grugliasco è la cornice più adatta dove far entrare l’arte in questa forma. Arte viva che entra nell’azienda, nella vita di ognuno di noi. Simbolo della fatica del fare della forza del cambiare, dell’innovare, con la consapevolezza della forza storia passata.
“Per me il cambiamento, la mutazione, sono l’unico motivo dell’esistenza”. Grazie Anna del tuo importate lavoro