Riflessioni “im-possibili”, pandemiche, numero 2 (parte 2)

Continuano le nostre “im-possibili” riflessioni.

Se ri-emergo ri- entro (parte 2)

Ciò che ‘emerge’ ha la caratteristica di essere già precedentemente formato. Al primo fiato è uguale e diverso insieme. Anaerobica assenza di stimoli fisici ma di nuovi mondi immaginati nell’assenza-presenza. Vite sospese. Vitale e piena di conseguenze. L’emergenza non cambia la nostra storia pregressa, ma apre mondi alla storia futura. L’umanità è più volte riemersa da ‘oceani’ di difficoltà immense (guerre, pandemie, carestie e molto altro). Ogni volta in verità, chi emerge in concreto, è un io; questa è la forza e la differenza. Non un noi impersonale, io ci sono, respiro, lascio sul fondo il vecchio io, galleggio e poi nuoto verso un terra nuova, se la vedo, se non la vedo il respiro accelera, il panico mi attanaglia, che ne è della mia sopravvivenza? Riemergo oggi in una nuova storia che prevede nuove capacita, le abbiamo? Io voglio dire di sì, il primo respiro ci apre alla nuova vita. Liberi dall’illusione che il mio io resti quello di prima, che il noi sia li ad aiutarmi con un barca improbabile, la forza è nel diventare fiduciosi e iniziare a galleggiare guardando il cielo. Lancio il mio desidero di vita, nella mia mancanza contemplo la siderea guida all’impossibile. Altri ‘emergeranno da questa emergenza’, ed ecco le braccia si toccano, si intrecciano, creando una zattera forte, governata verso la nuova vita. Saremo nudi ma forti, grati, pronti.

Un pensiero su “Riflessioni “im-possibili”, pandemiche, numero 2 (parte 2)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *