Tutto può essere solo tutto, perché è collegato a tutto. Per questo ognuno è collegato a tutto. Nulla può essere singolo. E’ singolo solo perché è collegato a tutto, perché in lui è presente anche tutto il resto. Di conseguenza sono nel contempo tutto. Il tutto non può essere senza di me e io non posso esistere senza il tutto. Che cosa significa ciò per il modo in cui io vivo, il modo in cui mi sento e il modo in cui sono? In ogni uomo vedo tutti gli uomini e, quindi, in lui anche me stesso. Sento dentro di me anche tutte le altre persone, ognuno così com’è. In ogni uomo incontro tutti gli uomini e in essi anche me stesso.
Come posso quindi rifiutare qualcosa in loro, senza rifiutare anche me stesso? Come posso gioire per loro, senza gioire anche di me stesso? Come posso augurare il bene a qualcuno senza augurarlo contemporaneamente a me stesso e a tutti gli altri? Come posso amare me stesso senza amare tutti gli altri? Chi vede tutti in tutti vede anche sé stesso, in essi incontra sé stesso e trova sé stesso in tutti. Chi fa del male agli altri nuoce, quindi, anche a sé stesso. Chi ferisce gli altri ferisce anche sé stesso. Chi favorisce gli altri favorisce anche sé stesso. Chi rifiuta qualcosa agli altri lo rifiuta anche a sé stesso e chi li sminuisce, sminuisce sé stesso. Chi ama realmente gli altri, li ama tutti. L’amore per il prossimo è quindi amore verso tutti, compresi sé stessi. Si tratta dell’amore puro e dell’amore compiuto, perché ha tutto in tutto, specialmente sé stessi”.
Ama il prossimo tuo come te stesso, poiché egli è te stesso