Cose mai viste, ovvero: il visionario, il leader del futuro.

Quando mi fermo a riflettere su cosa sento, sempre più spesso, nel contattare le aziende proponendo loro un momento di riflessione e di progettazione post covid, è un affanno profondo e una tensione verso il denaro. Denaro perso, denaro chiesto ma che non arriva, denaro risparmiato, denaro…denaro. Il risultato è una nevrotica mancanza di progettualità che ferma ogni movimento, oppure si muove fin troppo. Ancora troppi webinar su ogni cosa, troppe ricette su cosa fare del futuro, troppi consigli e troppi esperti. Il risultato è un’imprenditorialità in perdita, asfittica di futuro e sempre troppo nutrita di startup.

Pongo quindi due condizioni ai manager che incontro nel mio lavoro sistemico, prima: evitare richieste relative al denaro e al guadagno monetario in genere (sarebbero domande che conducono in spazi di riflessione troppo angusti); secondo, e molto importante, non dare per scontato che questo sia il momento di fare continuamene qualche cosa. Questo potrebbe essere il momento di non fare niente e crescere in un altro modo; come? Allegrando il sistema relazionale ed allargando, il più possibile, la nostra visone di insieme.

Lo facciamo con due modalità; la prima: impariamo a perdere, la seconda: non caricarsi di sempre nuove aspettative, correndo nel bisogno di superare e superarsi sempre. Impariamo a saper e poter aspettare per vedere; che cosa? Prospettive panoramiche privilegiate e ampie.

Il campo visivo delle persone è relativamente piccolo, immaginiamo un’ovale che ha un diametro di 180 cm che si restringe a 130; mi devo di fatto muovere se voglio vedere attorno, dietro poi impossibile! Inoltre la messa a fuoco del mio occhi, è un punto alla fine di un cono, in verità tutto il mio vedere è di punto in punto, il punto della messa a fuoco, chiaramente molto ristretto. Ora immaginiamoci di invertire il nostro cono, avremmo a disposizione molti punti in spazio più ampio, uno spazio puntiforme partecillizato che in una visione sistemica di insieme, aumenta l’estensione della nostra visione individuale, ampliamo il nostro punto divista personale. Concretamente come si fa? Domanda più che giusta. Ampliamo la nostra cultura, ogni punto nuovo di visione viene dalla frequentazione dei grandi, penso Kant, Dante, Tolstoj, capaci di generare in noi un pensiero nuovi, nuove prospettive. Una crescita culturale alimentata dal piacere della comprensione profonda del nostro essere qui, in questo momento, e che ci rende davvero progettuali con consapevolezza e alimenta obiettivi ampi, sfide della nuova leadership. Chi coglierà questa sfida?

Il Visionario, il leader del futuro.

 

 

 

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