Strategie di manipolazioni, le attuali riflessioni di Chomsky

Noam Chomsky, uno dei più importanti intellettuali oggi in vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media (Media control2002). Tra queste vorrei sottolinearne e condividerne due in particolare la strategia della gradualità.  Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (vedi neoliberismo), furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90. Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi. Tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta, ma tramite la strategia della gradualità sono stati supinamente accettati da tutti. 
Segue la strategia del differire, ovvero un altro modo per far accettare una decisione impopolare, che è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile per le persone accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente, secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento. E infine , ma non alla fine, la tendenza di rivolgersi al pubblico come ai bambini. Se fate attenzione potrete constatare come la maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente “infantile”, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una giovane creatura non particolarmente attento. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione con un ‘basso’ senso critico come quella di un giovanissimo adolescente ancora in formazione. possiamo non essere d’accordo con queste riflessioni ma non restare indifferenti.

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