Abbiamo molte convinzioni secondo le quali ci orientiamo, ad esempio determinate idee sulla nostra malattia, sulla nostra vita e sulla sua durata e alla sua organizzazione; allo stesso modo abbiamo anche determinate idee sull’organizzazione di un’azienda, sulla sua durata e sulla sua vita. In questo caso determinate immagini del passato ci mostrano quando il passato stesso continui ad agire anche sul presente. Il fatto che per un problema vi sia una determinata origine, un retroscena e un movimento di base, è molto diffuso e lo seguiamo ogni giorno anche nel nostro lavoro. Spesso in effetti un determinato retroscena viene alla luce, l’effetto è che siamo così condizionati dall’idea che se qualche cosa accade: “…è accaduto perché…”. Ovvero siamo condizionati da qualche cosa di passato. Permettiamo al passato di agire nel presente e di condizionare il nostro futuro. Dimentichiamo che Il futuro è sempre in movimento orientato al creare nuovi significati dei quali per lo più non “sappiamo” davvero il senso. Così paurosi e bisognosi di controllo fantastichiamo su basi di pura probabilità statistica e speriamo che “tutta vada bene”. In effetti tutto ciò che posso progettare, e davvero sapere, è qual’è il prossimo passo, solo il prossimo passo, se riuscissimo ad essere presenti in questo esercizio importantissimo del qui ed ora, veniamo guidati da una forza importante che di attimo in attimo asseconda consapevolmente i nostri progetti, solo così ogni movimento è davvero incisivo e fruttuoso senza perdersi e farci perdere energie verso futuri futuribili sospesi in convinzioni date solo dalla nostra personale narrazione e dal condizionamento esterno, anch’esso frutto di narrazioni. Difficile esercizio quello della presenza, ma l’unico che in questa situazione caotica, condizionante e condizionata da personalismi assolutamente fallimentari, da prospettive solo virtuali, possa creare realtà incisive, consapevoli ed importanti
