Tre passi nella presenza, un esercizio pratico di sopravvivenza

Dopo un importante seminario che ho seguito a Bressanone con il prof Joele Weser (Opener – Institut für PrEssenz® und Systemische Lösungen (joel-weser.de) si sono presentate molte riflessioni; tra le quali il fatto che da ogni incontro formativo dovremmo portarci via una pratica da usare per il nostro miglioramento, a tal fine una di queste vorrei condividerla.

A tutti credo, almeno una volta nella vita, è successo di sentirsi in un #tunnel con la sensazione di non riuscire ad uscirne (fosse solo per l’esperienza fatta con il covid), quella dalla sensazione che tutto ci pressa, quella situazione che ci fa dire: “Ma tutte a me!!!” ; quando incurviamo le spalle che diventano per lo più doloranti. Il lavoro principale da fare in questo caso, è ritornare al proprio centro, ritornare su di se, sentire, prima di tutto, che i nostri piedi sono ben ancorati a terra, nel senso fisico della parola, togliete le scarpe e ascoltate i vostri piedi che vi sorreggono e vi portano per il mondo, ma che  spesso ci dimentichiamo di ancorare al suolo (siamo troppo veloci, troppo in auto, troppo sbadati presi da altre 1000 cose), quei piedi che diamo per scontati, che magari massaggiamo e calziamo con scarpe alla moda, ma ‘dimentichiamo’. Torniamo ai piedi e sentiamo che il pavimento, #la terra, ci sostiene, che è sotto di noi, non siamo noi a sostenete la terra è la terra a sostenere noi. La consapevolezza dell’essere compressi si fa cosi più evidente, una compressione che non vogliamo, può anche essere il frutto di una violenza passata, fisica o verbale, una violenza sociale, che non lascia libero lo sguardo di spaziare verso il futuro e che appunto ci chiude in un tunnel. Ora respiriamo insieme e cerchiamo di ascoltarci e di ritornare al trauma, quello che sentiremo sarà #rabbia, ora ascoltala di nuovo i piedi, muoviamoli, sentiamolo, e ora alziamo lo sguardo e apriamo bene gli occhi e guardiamo. Ampliamo lo sguardo oltre quel trauma, quel #pugno che ancora ti fa stare male, respira, apriti al nuovo. Provare l’esercizio non costa nulla ed è comunque vincente. Se poi volte farlo accompagnati chiamatemi, io ci sono. Buona Vita

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