Una riflessione sulla vita come creatio continua

Il pensiero contemporaneo spesso deviato e fuorviato dalle preponderanti tendenze empiristiche e pragmatistiche, nonché dall’inconfessata persistenza di un acritico fisicalismo di fondo, non sa e non riesce a scorgere nella vita nulla di più di un fatto e di un dato biologico. Di conseguenza le sue categorie fondamentali sono assolutamente inappropriate alla comprensione dell’essere originario della “vita”.

Oggi anche le scienze biologiche e neurofisiologiche più recenti si stanno aprendo questa nuova teoria.

La vita è creatio continua, essa è ontologicamente primaria rispetto al mondo della materia morta e inanimata dove gli organismi viventi e le loro innumerevoli specificazioni costituiscono solo alcune delle sue manifestazioni possibili.

Infine al vertice dell’ordine delle forme della vita, ma nello stesso tempo in tutte diffuso, c’è il “mondo dello spirito”. La riscoperta di categorie capaci di assolvere a questo compito costituisce a nostro avviso l’impegno più serio e più decisivo per ogni filosofia dell’avvenire.